Con il Campionato di Serie A Nazionale torna questa domenica il derby tra Verona Rugby e Valpolicella. Il primo atto della tradizionale sfida veronese si svolge a San Pietro In Cariano, in casa giallorossa, con fischio di inizio alle 14.30.
Nell’occasione torna in palio anche la Carli Cup, il trofeo istituito nel 2007 per ricordare la figura di Carlo ‘Carli’ Ranzato, indimenticato Provveditore agli Studi di Verona, grande promotore del rugby e dei suoi valori educativi e amico ‘bipartisan’ sia dei colori scaligeri che di quelli della valle del vino. Un trofeo che ricorda la storia del rugby veronese e, assieme, la strada percorsa dai due Club negli anni: una strada che ha consentito al territorio veronese di inserirsi tra i protagonisti della pallaovale nazionale, sia a livello seniores che giovanile. Un trofeo ambito, rimasto sin dall’istituzione sulla sponda del Verona, che ogni volta richiede di essere meritato con un match in cui ogni giocatore mette in campo tutto ciò che ha, in cui ognuna delle due squadre pesca non solo nelle risorse tecniche e tattiche, ma anche nel carattere e nell’anima, in cui vanno rispettati i princìpi di lealtà e correttezza. Un rito, un trofeo, insomma, legato al senso di appartenenza e, per questo, ogni volta nuovo e avvincente.
E avvincente si presenta anche questa sfida tra antracite e giallorossi. Perché, anche se la classifica vede parecchi punti separare le due formazioni (Verona è in vetta, imbattuta, a quota 29, il Valpolicella è nono, con 8 lunghezze), il derby è un match particolare, in cui diversi fattori – atmosfera, tensione, agonismo – rendono sempre aperta e combattuta la sfida.
Oltretutto la formazione timonata dall’esperto nocchiero Zanella arriva a questa gara affamata di punti. Nelle prime sei gare il Valpolicella ha ottenuto, infatti, due vittorie – in casa, con Casale e Vicenza – e quattro sconfitte – a Padova con il Petrarca, a Badia, in casa con il Tarvisium e, nell’ultima giornata disputata, a Padova con il Valsugana -, guadagnando appunto gli 8 punti che lo tengono al penultimo posto davanti all’Udine in compagnia di Casale e Paese.
I giallorossi si getteranno, quindi, all’assalto contando sul tradizionale fighting spirit, sul piede dell’apertura Joubert e sulla solidità del pacchetto di mischia che, trainato dal leader Kenny, dà sempre ottime prove nel drive e nel gioco chiuso. Componente non trascurabile su di un terreno che si preannuncia, nonostante la probabile interruzione delle giornate di pioggia, allentato e pesante. E contando, forse, sullo stato di forma non travolgente mostrato dal Verona delle ultime due partite a Udine e con Paese.
Verona dovrà, quindi, affrontare con grande concentrazione e determinazione questa sfida. I veronesi hanno bisogno di ritrovare precisione e intensità per imporre il proprio gioco dinamico e redditizio e imporsi nel match. Se lo spirito emerso negli allenamenti appare buono, Ansell, Mariani e Sinclair devono fare i conti con un’infermeria affollata e con un pacchetto di mischia punteggiato di defezioni. Assenti naturalmente Salvetti e Spinelli, mancheranno anche Riedo e Ponzi, costringendo i tecnici antracite ad inventare la seconda linea e a pescare anche nell’Under 18 per completare il reparto. Dovrebbe, invece, farcela Cronje e rientrare, poi, tra i backs Andrea Buondonno.
In ogni caso, Verona dispone delle risorse tecniche, agonistiche e umane per disputare una bella partita e proseguire nel suo cammino positivo. Servirà, però, grande cuore e grande lucidità per riuscire nell’impresa.
Arbitro del match sarà Filippo Vinci della sezione di Rovigo, coadiuvato dai giudici di linea Rebuschi e Lazzarini, sempre di Rovigo.