Il Rugby di Verona..Una grande avventura sportiva!
FINE ANNI ‘50
La storia del Verona Rugby inizia alla fine degli anni ’50, riprendendo tra l’altro una più antica tradizione dell’anteguerra. Nel 1959 i pionieri della pallaovale veronese – il Prof. Walter Bragagnolo e i vari Grigoli, Reggiani, Sartori e Cametti – danno vita alla prima formazione del Verona Rugby, dedita però ancora al gioco a tredici, cioè ad una versione che aveva incontrato fortuna professionistica nei paesi anglosassoni, ma scarso radicamento in Italia.
ANNI ‘60
Nel 1963, anno che consideriamo realmente il primo della nostra storia , il rugby veronese vira nella direzione del gioco a quindici, partecipando al campionato di serie C sotto la guida preziosa di Lino Ferraretto, atleta di grande spessore con esperienza di serie A e di Nazionale che ha svezzato intere generazioni di rugbysti. Nello stesso anno il sodalizio entra a far parte del C.U.S. dell’epoca, denominato Circolo Universitario Sportivo. Sempre alla metà degli anni ’60, parallelamente alla crescita delle qualità tecniche della squadra, arriva la prima promozione in serie B.
ANNI ‘70
All’inizio degli anni ’70, dopo una flessione in C, il Rugby Verona si stacca dal C.U.S. ed inizia una nuova epoca sotto la sponsorizzazione OREL. Sempre sotto la direzione tecnica di Ferraretto, affiancato da Luciano Cametti, il nuovo sodalizio recupera presto la serie cadetta, guadagnandosi un posto di rilievo nel panorama della pallaovale nazionale. Nel frattempo, lasciati alle spalle i tempi eroici delle lotte per un dignitoso rettangolo di gioco – con tanto di partite simboliche sul Listòn e in Piazza Bra –, dopo le ruvide partite al Boschetto e al Vecchio Bentegodi, il rugby veronese può finalmente disporre di un impianto nuovo ed efficiente: il Campo comunale “Mario Gavagnin” di Via Montorio in Borgo Venezia, ancora attuale campo di gioco e allenamento del club. Sono quegli gli anni di un più solido radicamento del rugby nel panorama sportivo veronese, con la generazione dei Furlan, Spiller, Merzari, Cazzadori, Talarico, Migliorini, La Perna, Danilo “Pancho” Zantedeschi (destinato a diventare un continuo punto di riferimento negli anni a venire), e dei talenti emergenti di Garrò, Tomelleri, Agostinelli, Bresciani e del giovanissimo, allora nazionale giovanile, Luigino Residori, che apre il solco del periodo più aureo del rugby scaligero, anche con l’emergere nel settore giovanile di quei ragazzi – come Renica, Daniele Lugoboni, Davide Adami, Pigatto, Marrella, Olivi, Sarti, Saletti, Leso – che avrebbero costituito la terza ondata del team veronese.
Dalla fine degli anni ’70 e sino all’86, sotto la presidenza di Renzo Benedetti, si sviluppa un periodo fatto di grandi soddisfazioni e di momenti di flessione, di campionati esaltanti e di stagioni amare, con tre soggiorni – frutto di tre promozioni – in serie B ed altrettante permanenze in serie C1. Pur con qualche alternanza (Somaggio, Busson, Tomelleri), è sempre Luciano Cametti la mente tecnica della squadra di quegli anni, rientrata nel frattempo, nell’83, nella famiglia del C.U.S. Verona, divenuto ormai Centro Universitario Sportivo.
La retrocessione in serie C1 nella stagione 1986/87 apre una fase discendente del club verdeblù che si consuma tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ‘90. Nonostante l’impegno degli atleti e di tecnici di assoluto valore – Bresciani, il bresciano“Cubo” Abbiati, il rodigino Destefani – il rugby veronese paga il mancato sviluppo del settore giovanile ed un pesante buco generazionale che porta a dibattersi tra C1 e C2 senza trovare la strada della risalita.
Sono comunque anni preziosi; non solo perché comunque maturano atleti – come Begal, Bonistalli, Puccetti, Scola – che avrebbero conosciuto la A1 e la A2 con formazioni come quelle del Rovigo e del Brescia, ma perché si tempra un nucleo resistente di giocatori – Picotti, Aiello, Manzini, Riccardo e Davide Jr. Adami, Merci, Campara, Valle, Corradi, Pimazzoni, Steele, Bertossi, Ciba Lugoboni – che dopo il periodo difficile avrebbero costituito il cuore, lo zoccolo della rinascita verdeblu.
Ma, soprattutto, in quegli anni, con l’approdo della nuova dirigenza di Davide Adami, Gabriele Campolongo, Stefano Marrella, Renzo Leso, Andrea Ranzato, Fausto Scarsi e Fausto Tomelleri, e con il supporto mai venuto a mancare di importanti realtà imprenditoriali veronesi come Merlini e Vagabond, matura una radicale svolta nella politica societaria che, puntando a rafforzare la base della piramide dei giocatori e dirigenti, avrebbe concentrato gli sforzi sul settore giovanile e sulla diffusione del rugby nel mondo della scuola.
1999-2000 - CAMPIONATO SERIE C1 – PLAY-OFF PER LA SERIE B
Nella stagione 1999 – 2000, in particolare, sempre nel durissimo girone veneto, soltanto la squadra cadetta del Petrarca nella stagione regolare e quella del Cus Milano degli ex-nazionali del Milan Rugby impediscono nello spareggio dei play-off di riassaporare il sogno della promozione.
2000-2001 – CAMPIONATO SERIE C1 – TERZO POSTO
Bersaglio ancora sfiorato nella stagione successiva: la squadra infatti chiude al terzo posto sempre nel girone veneto, ad un soffio dai play-off.
2001-2002 – CAMPIONATO SERIE C1 – PROMOZIONE IN SERIE B
Nell’annata 2000-2001 per conseguire l’obiettivo dei play-off, la società, senza snaturare i valori più genuini e dilettantistici del nostro sport, produce lo sforzo di rendere più competitiva la squadra: all’esperienza e alla freschezza dei giocatori italo-argentini Pablo Bascary e Gaston Poujade, il primo dei quali giunto l’anno precedente, si affianca il carisma riconosciuto dell’ex-nazionale di Rovigo, Stefano Bordon, che soprattutto riesce a infondere nella squadra quella sicurezza e quella solidità mentale rivelatesi indispensabili per superare momenti difficili.
E finalmente, al termine di un campionato giocato sempre all’altezza delle ambizioni e delle aspettative, dopo aver superato ostacoli previsti e imprevisti, alla fine di uno splendido rush finale e thriller conclusivo nella regular-season (la partita in trasferta a Udine) e dopo un combattuto e torrido spareggio nei play-off contro il CUS Catania, la squadra consegue la meritatissima promozione in serie B, frutto coerente di un lavoro paziente, condotto secondo obiettivi chiari e precisi.
2002-2003 – CAMPIONATO SERIE B – QUINTO POSTO
Tale lavoro continua a dare i suoi frutti anche nell’anno successivo, grazie ad un campionato sempre in crescendo che permette alla squadra scaligera di conseguire un ottimo quinto posto in un girone difficile nel quale i nostri ragazzi mettono in crisi con prestazioni eccellenti squadre blasonate che poi approderanno nella serie maggiore.
2003-2004 – CAMPIONATO SERIE B – QUINTO POSTO
La promozione in serie B costituisce un traguardo che apre interessanti scenari e, naturalmente, nuove mete: soprattutto far conoscere il nostro sport alla più vasta platea possibile della nostra città e allargare sempre più il numero di giocatori, giovani e giovanissimi.
Anche in questa ottica, dopo i fasti e i successi della decennale gestione di Loris Renica, cuore pulsante del club, che aveva contribuito in prima persona con un lavoro assiduo, intelligente e infaticabile a far crescere il rugby a Verona, la Società decide di affidare la guida tecnica della prima squadra al ruvido carisma di Stefano Bordon: il lavoro del tecnico rodigino permette di continuare a forgiare un gruppo sempre più forte mentalmente e più consapevole delle proprie potenzialità.
La serie B nel girone veneto impone indubbiamente nuovi sforzi e nuovi impegni non solo finanziari, ma anche tecnici e organizzativi: già due anni prima la squadra era stata rinforzata con l’arrivo di giocatori molto interessanti come il mediano di mischia Emiliano Marcos o come i fortissimi Daniele Moro, utility-back, e Mattia Saccomani, tallonatore-terza linea, provenienti dai cugini del Rugby Club Valpolicella.
2004-2005 – CAMPIONATO SERIE B – PROMOZIONE IN SERIE A
La Società continua a muoversi seguendo la chiara e consolidata filosofia sportiva di mantenere un mix equilibrato tra giocatori esperti, giovani provenienti dal vivaio e giocatori provenienti da altre esperienze rugbystiche, ma comunque ben inseriti per motivi di studio o di lavoro nel tessuto della nostra realtà: non campioni professionisti di passaggio, ma giovani spinti dalla voglia di fare un’esperienza sportiva nuova in una città splendida o, addirittura, attratti dal desiderio di diventare cittadini veronesi. Di qui l’arrivo di giocatori provenienti dal vivaio petrarchino – come la velocissima ala Giuseppe “Geppo” Belloni, studente dell’Ateneo scaligero, l’utility-back Bruno Doglioli e il forte pilone Maurizio Martini Barzolai – del veronese Pippo Furieri cresciuto nel Badia o giocatori ambiziosi alla ricerca di nuove esperienze sportive e umane come la terza linea italo-argentina Mariano Spotorno.
La spina dorsale di questo gruppo è ancora costituita da quei giocatori che hanno fatto la storia del CUS negli ultimi dieci anni: Simone “Rollo” Bertossi, Leo Carli, Corrado Corradi, “Lola” Lonardi, Cico Zancanella. A questo gruppo storico si affianca la presenza sempre più incisiva di giocatori validissimi come Francesco Bambusa, Carlo Marcolongo, Enea Braghi, Alessandro De Luca, Willy Muttin, Matteo Monchelato, Tommaso Leso, anch’essi espressione del vivaio verdeblù.
La volontà di mantenere viva per la prima squadra la miscela di un gruppo che si è formato pazientemente negli anni costituisce un obiettivo fondamentale del nuovo Consiglio direttivo sotto la guida del nuovo Presidente Giorgio Sandroni, il quale come primo atto del suo mandato individua in Antonello Catarinicchia, tecnico patavino di grande esperienza, sapienza rugbystica e spessore umano, la persona giusta per far crescere una squadra costruita con razionalità anno dopo anno: crescita nella mentalità, nel rigore e nella qualità del gioco, ma senza tarpare le ali della fantasia in campo.
Il lavoro di Catarinicchia produce, con un anno di anticipo sui programmi societari, dopo un campionato condotto con sicurezza sempre ai vertici e uno spareggio con il Chicken CUS Milano senza particolari problemi, la prima storica promozione in SERIE A!. Un traguardo questo che ha sempre costituito il sogno di tutti i rugbysti veronesi: una mèta sportiva nei suoi più ampi contenuti, che premia l’attività di un’ équipe costituita da un allenatore validissimo, da giocatori forti e motivati, da dirigenti instancabili, e supportata dalla presenza sempre rassicurante dello sponsor Prosystem di Renzo Brizzi.
2005-2006 CAMPIONATO SERIE A – DECIMO POSTO
Il raggiungimento della promozione, conquistata in anticipo rispetto alle ambizioni di partenza, impone di rivedere la programmazione per essere attrezzati ad una categoria che si presenta molto impegnativa sia sul piano tecnico-agonistico sia su quello organizzativo-finanziario. L’arrivo di due promettenti giocatori italo-argentini, il possente pilone Leandro Poloni “El gordo” e lo sgusciante mediano di mischia Agustin Sanchez Caballero “El nano” e a metà stagione del centro Matias Herenù dai formidabili placcaggi, permette alla squadra di godere di quella stabilità in mischia e di quella inventiva fuori fondamentali per affrontare squadre forti, esperte e di antica nobiltà rugbystica, come il Brescia.
Dopo un decennio di fondamentale supporto, Renzo Brizzi con la sua Prosystem, pur restando vicino alla società in particolare al settore giovanile, passa il testimone di main sponsor alla Add Value di Verona. Proprio la prima partita di campionato contro il Brescia persa 34 a 35 infonde nei ragazzi la consapevolezza di essere una squadra ben attrezzata per il campionato maggiore: arriva, pertanto, la salvezza, obiettivo della società, al termine di un campionato giocato sempre all’altezza della situazione con partite tiratissime e dal risultato quasi sempre in bilico, vinte o perse sempre di misura.
2006-2007 CAMPIONATO SERIE A – RETROCESSIONE IN SERIE B
Il secondo campionato di serie A si presenta sotto auspici rassicuranti: l’arrivo di un nuovo e prestigioso main sponsor, Franklin & Marshall, con l’entusiasmo di patron Beppe Albarelli, crea le premesse per un’annata positiva. E le prime partite disputate dimostrano che l’assetto costruito da Catarinicchia funziona. La squadra è tecnicamente ben costruita e la riconferma del centro italo-argentino Matias Herenù e dell’estremo Willie Wilson, All-black Seven offre quella solidità e quella fantasia utili all’equilibrio complessivo: il mantenimento della serie A sembra pertanto ampiamente alla portata.
Purtroppo la situazione assume una piega diversa a causa di un’improvvisa malattia del coach Catarinicchia che deve assentarsi per un lungo periodo e per il ritorno in Argentina per motivi familiari del regista Pablo Bascary. Questo crea un disorientamento tecnico molto negativo per il rendimento della squadra, che comincia a perdere, anche se di poco, una partita dopo l’altra. Partite anche ampiamente dominate, ma perse sul filo di lana contro le corazzate Prato e Colorno, squadre destinate a più importanti palcoscenici, creano quel senso di frustrazione che produce una sciagurata prestazione casalinga contro il Reggio Emilia – l’unica dell’anno, ma fatale – che di fatto porta ad un’amara quanto imprevista retrocessione.
In questa stagione arriva poi il fiocco rosa in casa verdeblu, con la nascita della prima squadra femminile della storia del rugby veronese. A trainare un pugno di ragazze entusiaste la capitana Giorgia Ferrari, a guidarle in campo, coach Loris Renica. Negli anni questo gruppo saprà trovare continuità e rappresentare un polo importante della famiglia cussina.
2007-2008 CAMPIONATO SERIE B - PLAY-OFF PER LA SERIE A
E’ nei momenti difficili che si mette alla prova la solidità di una società: rimboccarsi le maniche dopo un’annata deludente non è agevole. Eppure la spinta fondamentale è data da una parte proprio dai giocatori che avvertono dentro di sé una forte voglia di riscatto, dall’altra dallo sponsor che decide di rimanere proponendo, anzi, obiettivi più ambiziosi per il rugby veronese. Il non completo recupero fisico di Antonello Catarinicchia porta ad uno scioglimento consensuale tra il tecnico patavino e la società veronese: è lo stesso Catarinicchia a suggerire il nome di quello che sarà l’allenatore della prima squadra, Filippo “Lupo” Vitadello, padovano, petrarchino, ex estremo della nazionale.
Il campionato è giocato sempre ai vertici: le prospettive per accedere ai play-off per la serie A si fanno via via più concrete. Tuttavia un’ingenuità di carattere burocratico durante un match vinto – una di quelle che oggi si perdonano senza imbarazzi – produce una penalizzazione pesante che avrebbe potuto spezzare il sogno dell’obbiettivo meritato dei play-off. I ragazzi di Vitadello, tra i quali è rientrato dopo un anno di assenza per infortunio kil talento di Daniele Moro, reagiscono alla grande, agguantando con prestazioni tanto eccellenti quanto dispendiose il secondo posto, utile all’accesso ai play-off, ma perdendo quel primo posto che avrebbe permesso uno spareggio molto più abbordabile.
Il mancato conseguimento del primo posto nella regular season impone ai verdeblù uno spareggio quasi proibitivo con la seconda squadra del Viadana, campione d’Italia. Contro lo squadrone dei professionisti di Viadana, i giocatori veronesi arrivano stanchi e, pur non demeritando, perdono entrambe le gare: la prima, al Gavagnin, in modo netto; la seconda, nel campo di Formigine, con una prestazione fatta di nervi e di cuore che porta ad una mèta finale di mischia, con un carrettino travolgente, che acuisce ancor più il rimpianto per una promozione sicuramente alla portata, ma mancata non certo per demeriti dei giocatori.
2008-2009 CAMPIONATO SERIE B – PROMOZIONE IN SERIE A
E si riparte dalla mèta finale contro il Viadana. La squadra ha ampiamente dimostrato sul campo di meritare la serie A: si tratta, ancora una volta, di serrare le fila recuperando entusiasmo e motivazioni che sono state frustrate dall’esito amaro dello spareggio.
Ma tutti i ragazzi – a parte il tallonatore Saccomani approdato a Noceto – decidono di riprovare; anche coloro che avrebbero potuto affrontare nuove esperienze più remunerative decidono di restare a Verona, segno che la società ha creato le condizioni per un clima di coesione e di amicizia. Si riparte dal vecchio capitano Ciccio Gasparato, affiancato dai collaudati leoni del vivaio veronese (Braghi, Olivieri, De Luca, Kraus) e dai giovani leoncini (D’Agostino, Pasinato, Oliveira). Cui si sono aggiunti due ragazzi provenienti da Rovigo e Treviso, Aldo Pizzardo e Alberto Lorenzetto, giunti a studiare all’Università scaligera. Tutti decidono di rimanere a Verona: gli italo-argentini, il pilone Juan Pablo Tassi e la terza linea Mariano Spotorno; il gruppo dei padovani, in primis il numero 8 Roberto “Rampa” Rampazzo, il centro Massimo “Mamo” Pietrogrande e l’ormai veronese onorario Geppo Belloni; il seconda linea calabro-marchigiano Nicola “Zio” D’Antuono. Nuovi arrivi inoltre danno forza alla squadra, soprattutto tra i 3/4 : il fortissimo mediano di mischia romano Mauro Mariani e i fratelli bresciani Federzoni.
Lo staff tecnico, collaudato, rimane il medesimo: la triade patavina formata dal lead coach Lupo Vitadello, dal preparatore atletico Francesco Brolis e dal tecnico della mischia Paolo Borsato, preziosissimi questi ultimi non solo dal punto di vista dell’esperienza tecnica. Alla fine di un campionato scandito da un percorso sicuro e caratterizzato da un gioco concreto e senza fronzoli, si giunge alla sfida finale contro la coriacea squadra di Asti: la sconfitta di misura in terra piemontese insinua qualche dubbio rispetto ad un esito positivo dato troppo presto per scontato; tuttavia nel match di ritorno nel terreno amico del Gavagnin la rotonda e convincente vittoria, frutto di una supremazia tecnica e fisica, permette al CUS Verona Rugby di riconquistare meritatamente, dopo un anno di purgatorio, la serie A.
2009-2010 CAMPIONATO DI SERIE A – GIRONE 2
Il ritorno in Serie A, nel Girone 2, della formazione verdeblu si accompagna a un cambio sulla panchina. Per un problema di tesseramento ‘Lupo’ Vittadello deve essere sostituito e viene scelto Danilo Beretta, bergamasco, con passato di potente terza linea nel Milan. Al suo fianco il mago della Mischia Paolo Borsatto e il creativo preparatore atletico Francesco Brolis.
La stagione è entusiasmante e si apre con una clamorosa vittoria Gavagnin su di un glorioso Calvisano che riparte dalla serie A2. In questo campionato di corazzate, il Cus Verona - spesso schierato coraggiosamente da Beretta con una formazione innervata da ragazzi del vivaio e capitanato da Roby Rampazzo - conquista il quarto posto con 62 punti e 15 risultati utili su 22 gare e accede allo spareggio con il penultimo della Serie A1 – il Badia Polesine – per salire di categoria. Il match, al Geremia di Padova, finisce 22 a 20 per i rodigini, ma il riassetto dei campionati porta comunque gli scaligeri in A1.
Ma è tutta la Società che cresce: per la prima volta si superano i 300 atleti tesserati e per la prima volta una formazione giovanile – l’Under 18 – approda al Girone Élite del Veneto.
Mauro Mariani, mediano di mischia di origine romana, ma ormai ‘naturalizzato’ veronese, viene convocato con la Nazionale Italiana Seven Universitaria.
2010-2011
Il primo campionato di Serie A1 conferma la grande crescita del Cus Verona Rugby. I verdeblu timonati da Beretta e capitanati da Ryan Neethling, tallonatore italo-sudafricano di grande qualità, conquistano un brillante sesto posto, superati soltanto da formazioni – Calvisano, Fiamme Oro, San Donà, con San Gregorio e Firenze – che saranno poi protagoniste in Eccellenza.
Ai Campionati Nazionali Universitari (C.N.U.) di Torino, la formazione Seven del Cus Verona conquista la medaglia di bronzo. Mauro Mariani è eletto miglior giocatore del torneo.
La Squadra Femminile, allenata da Claudio Casarotto e capitanata da Giorgia Ferrari, conquista il quinto posto nelle Finali Nazionali di Coppa Italia a sette, confermando la grande crescita di questo gruppo di ragazze coraggiose.
2011-2012
Dopo due annate formidabili, Verona paga una stagione difficile in serie A1. Falcidiata da infortuni, privata temporaneamente dell’apporto di Borsatto e appesantita da un’involuzione tattica e agonistica, soffre per due terzi di campionato. Grazie anche all’approdo in maglia verdeblu di Luciano Rodriguez – eccellente mediano di apertura italoargentino di altro livello -, risorge nell’ultima parte, inanellando una serie di vittorie e scacciando gli spettri. Decimo e terzultimo posto, alla fine, e salvezza in cassaforte.
Vi sono nel Club, però, tre segnali di grande vitalità e crescita: l’Under 8 del Cus Verona Rugby vince per la prima volta il Trofeo Topolino di Treviso, la massima rassegna nazionale del Minirugby; s’inaugurano i nuovi impianti di via della Diga con due splendidi tappeti erbosi nel verde del Parco dell’Adige; su quei campi si organizza la prima edizione del Torneo di Minirugby’Città di Verona ‘: un torneo destinato a divenire una delle più importanti rassegne italiane del rugby educativo.
Insomma, vivaio e strutture galoppano, mentre la Franklin & Marshall di Beppe Albarelli guida con passione il pool di sponsor che sostiene il progetto del rugby verdeblu.
2012-2013
La volontà di rilancio passa attraverso un doloroso ma necessario ricambio nella conduzione tecnica. A condurre il primo XV scaligero viene chiamato il tecnico veronese – con un passato sia di giocatore sia di allenatore nel Club, numerose esperienze di A e B e un filo mai interrotto con il rugby sudafricano – Mirco Bresciani. Ad affiancarlo, il rientrante Paolo Borsatto alla mischia e il nuovo preparatore atletico Giovanni Tubini. Una mano al ds Franco Merci a rinnovare la squadra la dà Francesco Costantino, ottimo giornalista sportivo e profondo conoscitore della pallaovale italiana e internazionale.
La stagione è molto positiva. Il Cus Verona Rugby chiude al quarto posto della serie A1, con 65 punti e 13 successi su 20 gare, sfiorando l’approdo ai play off per la promozione in Eccellenza.
2013-2014
Nel competitivo campionato di serie A1 la stagione conferma la solidità del gruppo veronese. La formazione guidata da Bresciani e Borsatto e capitanata da Enea Braghi (venticinquesimo leader della storia verdeblu) chiude al quinto posto, a 61 punti, con 14 risultati positivi su 21 gare e qualche match da incorniciare nell’archivio della memoria, come il pareggio al Gavganin con l’Aquila, vincitrice alla fine del campionato e promossa in Eccellenza. Affiora, però anche qualche stanchezza in un gruppo che ha necessità di un graduale ricambio generazionale.
Il Torneo di Minirugby ‘Città di Verona’ cresce per numeri e qualità e sono sempre più numerosi i ragazzi delle giovanili verdeblu chiamati nelle selezioni regionali di categoria e avviati all’Accademia Federale di Rovigo.
2014-2015
La nuova stagione porta un nuovo cambio sulla panchina scaligera. Se Borsatto e Tubini – come il capitano Braghi - rimangono punti stabili, in luogo di Mirco Bresciani viene chiamato al timone verdeblu Antonio Zanichelli. Coach di spicco, Zanichelli è cresciuto nel Viadana, dove, dopo aver guidato le giovanili e diretto il Settore Giovanile, ha allenato la Prima Squadra in Eccellenza e guidato i backs della Franchigia degli Aironi nell’avventura in Celtic Legue e nelle Coppe Europee. Un allenatore di esperienza internazionale, schietto e deciso, in grado di portare un’inedita cura del dettaglio e dell’organizzazione tattica.
E’ cambiata nel frattempo la formula della Serie A. Ai fini del risparmio economico, si supera la differenza tra Serie A1 e Serie A2 e si va alla Serie A unica a 24 squadre con divisione in quattro gironi territoriali e due fasi di torneo: una prima per delineare la graduatoria e una seconda divisa tra due Poule Promozione e due Poule Retrocessione. Le prime due di ogni Poule vanno ai play off per l’Eccellenza; le ultime due retrocedono in Serie B.
Innervata da nuova energia, la squadra verdeblu compie l’impresa. Guadagna l’accesso alla Poule Promozione e nella seconda fase raggiunge il secondo posto e i play off per l’Eccellenza. Nelle semifinali – nonostante una formidabile gara di ritorno – cede al Recco (che poi sarà superato in finale dai Lyons Piacenza), ma l’annata rimane memorabile.
In serie C2, la squadra Cadetta allenata da Luca Comitti e Ricky Adami stravince il campionato, ma per una strettoia burocratica non può essere promossa nella C1 nazionale. Anche il Second XV, però, esprime grande amalgama e qualità, all’interno di una nuova e importante sinergia con la Prima Squadra.
2015-2016
La formazione allenata da Zanichelli e Borsatto conquista anche in questa stagione la Poule Promozione confermandosi nelle prime 22 squadre d’Italia (tra Eccellenza e Serie A), anche se nella seconda parte del campionato non riesce poi ad emergere e lottare per i play off.
Crescono, poi, i giovani verdeblu, con Lorenzo Leso sempre più incisivo nel guidare da mediano il pack verdeblu e con l’appena diciottente Tommaso Cruciani – già in Accademia Federale – a timbrare 20 presenze su 22 gare in Serie A.
Il Club taglia poi il traguardo dei 350 atleti tesserati nelle sue quindici formazioni, arrivando ad un totale di ben oltre 400 tesserati, comprendendo dirigenti e acconmpagnatori.
La Squadra Cadetta torna a vincere il Campionato di Serie C2 e questa volta nulla può negare la soddisfazione della promozione nella Serie C1 Nazionale.
A giugno, infine, il Club vive un passaggio epocale. Con la Presidenza di Raffaella Vittadello, si crea una nuova Società che eredita la storia, il progetto, i valori e il titolo sportivo del Cus Verona Rugby trasformandosi nel Verona Rugby. Accanto al verde e blu, il nuovo colore sociale diviene il grigio antracite.
Ai fini federali e formali, la famiglia poi si sdoppia nel Verona Rugby – cui fanno riferimento la Serie A, la Serie C1, la Squadra Femminile (rientrata nel Club dopo le stagioni del Verona Rugby Ragazze) e l’Under 18 – e nel Verona Rugby Junior, cui sono legate le formazioni Under 16 e 14 e il Minirugby.
Il nuovo corso – in cui continua a lavorare il precedente gruppo di appassionati assieme ai nuovi dirigenti – si lega – grazie ad grande investimento privaro - in particolare allo sviluppo di un nuovo grande impianto sportivo in grado di consentire un’unica sede per i rugbysti scaligeri e alla crescita della struttura di formazione degli atleti e dei tecnici.
Il Direttore Tecnico del Verona Rugby è Antonio Zanichelli; quello del Verona Rugby Junior è Loris Renica.
Comincia una nuova era per il rugby veronese.
2016-2017
Il primo anno del nuovo corso vede ancora una volta il First XV del Verona Rugby, guidato ora da Zanichelli e Borsatto e capitanato da Niccolò Badocchi, protagonista in serie A. Conquistato l’accesso alla Poule Promozione assieme a Colorno e Brescia, la squadra antracite con la scala nell’ovale cucita sul petto e lo storico scudo verdeblu 1963 sulla manica, strappa l’accesso ai play off per la promozione in Eccellenza finendo seconda nel girone alle spalle del Valsugana e bruciando Colorno dopo un emozionante testa a testa. Il sogno di promozione si infrange però in semifinale sui fortissimi Medicei, i quali, non a caso, voleranno poi nella massima serie superando agevolmente l’Aquila in finale.
La squadra Cadetta onora la C1 favorendo la crescita di ragazzi di talento, quali Bertucco, Campara, Contri e Guarise.
La formazione femminile, guidata da Claudio Casarotto, disputa ancora la Coppa Italia Seven, continua a crescere e a sognare il passaggio al rugby a 15.
Sempre folto, vivace e impreziosito da buoni risultati il settore giovanile che guadagna i girone Elite del Veneto sia con l’Under16 che con l’Under18, mentre il Minirugby continua la sua crescita di numeri e qualità.
2017-2018
La stagione 2018/2019 segna per sempre la storia del rugby veronese. Per la prima volta - dopo 55 anni di battaglie e partite, di crolli e rinascite, di tenacia e generosità – la squadra del Verona Rugby conquista la massima serie del rugby italiano. Il sogno lungo oltre mezzo secolo diviene realtà: Verona è nel Top 12, al vertice della pallaovale nazionale.
Come tutte le grandi avventure, anche questa si scioglie solo negli istanti finali; in attimi che si distillano eterni, col cuore bloccato e il tempo sospeso, prima dell’esplosione di una gioia incontenibile.
Accade sul campo dei Lyons Piacenza il 13 Maggio 2018, nel match di ritorno delle semifinali dei play off.
A quella semifinale il Verona guidato in panchina da Zanichelli e Borsatto e capitanato sul campo da Marco Artuso c’era arrivato al termine di una stagione sontuosa. Primo posto nel girone di qualificazione, davanti a Colorno e Noceto, e secondo posto nella Poule Promozione, appena dietro il Valsugana e davanti al Colorno, per un totale di 17 gare vinte contro 3 perse e di 674 punti segnati contro 169 subiti per una differenza positiva di 505 punti. Metamen sono Andrea Lindaver e Filippo ‘Fish’ Beltrame, con 10 e 8 centri, mentre top scorer è il mediano di apertura irlandese James McKinney con 205 punti.
I Lyons Piacenza hanno vinto d’una lunghezza l’altro girone sul Cus Genova e sono squadra tostissima. A Parona, nella semifinale di andata, si impongono per 23 a 17, ma gli antracite marcano allo scadere, con il drive di mischia, la meta che vale un punto di bonus e che tiene viva la speranza.
E, a Piacenza, Verona dipinge il capolavoro. Domina il match, guida per 13 a 3, si vede annullata una meta sacrosanta di Mountariol che avrebbe chiuso la gara in anticipo, si ritrova nei minuti finali assediata in zona rossa. Eccolo il finale al cardiopalmo, la sofferenza che condisce la gioia, l’attesa di una fine che può avere l’ebbrezza della gloria o il sapore della beffa.
I Lyons vedono riaprirsi una gara che pareva andata. Si buttano con furia in avanti, danno tutto. I minuti, gli istanti finali sono infiniti; il popolo antracite trattiene il fiato e si morde le labbra in tribuna. Ma la squadra scaligera non si scompone. Difende con ordine, sale, pressa, aggredisce e costringe infine Piacenza all’errore. Arriva il fischio finale: Verona è in Top 12.
I presidenti del Verona e del Verona Junior, Raffaella Vittadello e Valdimir Payano, si abbracciano con Zanichelli, Borsatto, con i preparatori Garbin e Girelli, con i dirigenti Talarico e Agostinelli, con il capitano Marco Artuso, con la squadra e tutti in tifosi. Una felicità incontenibile può finalmente esplodere.
Un flash, tra i tanti momenti indimenticabili: Enea Braghi, bandiera veronese, veterano di tante battaglie, si allontana, si inginocchia per abbracciare seduto su di una panchina remota Danilo Zantedeschi, vecchio presidente del Cus Verona. In quell’abbraccio passano 55 anni di storia.
Pochi giorni prima ci aveva lasciato il ‘profe’ Walter Bragagnolo, grande maestro di scienza e sport, fondatore dell’ISEF veronese e tra i primi a lanciare a Verona i semi della pallaovale. Quasi a sottolineare il senso di un ciclo.
Due domeniche dopo, sul neutro di Reggio Emilia, Verona completa l’impresa e conquista anche il titolo di Campione di Italia di serie A superando per 20 a 14 il Valsugana, anch’esso approdato in Top 12 superando il Cus Genova.
È davvero anno storico: di traguardi e nuovi inizi. La promozione in Top 12 è bissata da quella della formazione Cadetta guidata da Federico ‘Ciccio’ Gasparato che sale dalla serie C1 in serie B con un formidabile gruppo formato da un mix di esperienza e giovinezza.
Anche per il mondo femminile è una stagione epocale: le ragazze del Verona Rugby, guidate da Renica, Ballerini e Zarantonello, integrate da arrivi in sinergia da Vicenza e Trento, affrontano il primo campionato seniores a XV. Torneo durissimo, ma onorato fino in fondo.
Ottima annata anche per il mondo giovanile. Le Under16 e 18 confermano la presenza nell’Élite veneta, l’Under14 vince il Città di Treviso (il vecchio Trofeo Topolino) ripetendo il successo dell’Under 8 nel 2010 e dell’Under10 nel 2014 e conquista il secondo posto nel Super Challenge nazionale.
Si stringono anche i rapporti con l’Università: diversi atleti del Verona Rugby entrano nel progetto Academy Coach – Dual Career per un percorso di tutoraggio per studenti-atleti di alto livello. Non potevano non arrivare i riconoscimenti pubblici. Nella successiva primavera il Premio Cangrande – il massimo riconoscimento sportivo del Comune di Verona – andrà per la squadra al First XV del Verona Rugby e per il miglior dirigente sportivo alla presidente Raffaella Vittadello.
Il tempo corre. È un’estate frenetica per arrivare in tempo con il grande nuovo impianto del Payanini Center, in via San Marco, al battesimo della nuova stagione in Top 12 e alla nascita dell’Academy del Verona Rugby.
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